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Riccardo Bossi condannato a 16 mesi: maltrattamenti e vicende giudiziarie

Riccardo Bossi, primogenito di Umberto Bossi, è stato condannato dal Tribunale di Varese a 1 anno e 4 mesi per maltrattamenti verso la madre: ecco i dettagli e i precedenti giudiziari che delineano la sua situazione legale attuale.

L’origine dei fatti e le accuse contestate

Nel 2016, Riccardo Bossi tornò a vivere con la madre, Gigliola Guidali, ad Azzate, in provincia di Varese. Secondo le ricostruzioni processuali, il rapporto familiare si deteriorò rapidamente a causa di continui litigi per motivi economici. In più occasioni, Bossi avrebbe rivolto richieste insistenti di denaro alla madre, sfociate in episodi di aggressività verbale e fisica. In particolare, è emerso che in una circostanza la donna sarebbe stata spinta contro un muro, riportando un colpo alla testa. Oltre a ciò, sarebbero state avanzate anche minacce relative alla vendita di beni di famiglia, generando un clima di forte tensione domestica.

Ritiro della querela e azione penale d’ufficio

Nonostante la madre avesse successivamente ritirato la querela relativa alle lesioni, la gravità delle condotte ha portato la procura a procedere d’ufficio per il reato di maltrattamenti in famiglia. In Italia, infatti, questo tipo di reato viene perseguito anche senza la volontà della parte offesa, proprio per la sua natura lesiva della dignità e della sicurezza delle persone conviventi. Il giudice ha sottolineato che la ricomposizione familiare non esclude l’interesse pubblico a perseguire comportamenti violenti.

Il percorso giudiziario e i precedenti di Riccardo Bossi

La condanna odierna rappresenta solo l’ultimo capitolo di una serie di vicende giudiziarie che coinvolgono Riccardo Bossi. A gennaio 2025, era già stato condannato a due anni e sei mesi per aver percepito indebitamente il Reddito di Cittadinanza. In quel caso, Bossi aveva incassato circa 280 euro al mese per 43 mesi, totalizzando una somma superiore a 12.000 euro, nonostante avesse già lasciato l’immobile per cui dichiarava di ricevere il sussidio. Il tribunale gli ha imposto anche il pagamento di una provvisionale di 15.000 euro all’INPS.

Prospettive giudiziarie e possibili sviluppi

L’avvocato difensore di Bossi, Federico Magnante, ha annunciato la volontà di presentare ricorso in appello. Attualmente, Riccardo Bossi dovrà affrontare due distinti procedimenti d’appello: uno per i maltrattamenti e uno per la frode sul reddito di cittadinanza. Se le condanne venissero confermate, le pene potrebbero essere cumulate, comportando un periodo di detenzione sensibilmente più lungo rispetto all’attuale. La vicenda mette in evidenza la complessità del quadro giudiziario di Bossi, già noto per altre vicende legate a truffe, insolvenze e mancati pagamenti, delineando uno scenario in continua evoluzione dal punto di vista legale e personale.

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